Virtual dinner (2019)

65,8x15 in ~ Pittura, Acrilico, Olio, Spray


Contatto

Quest'opera è realizzata su tavola. Il videoplayer è stato intagliato nel legno, applicato su di una lastra in plexiglass e retroilluminato da lampade led rgb o white. Il dispositivo funziona a corrente o a batteria.

Fa parte dell’ultima serie che indaga la realtà virtuale.

Evidenzia il punctum della ricerca analitica ravvisabile nello stravolgimento della riconoscibilità tra reale e virtuale, in cui il limite di cesura è cosi labile da non essere, talvolta, nettamente distinguibile.
Sono spesso presenti elementi riconoscibili e riconducibili alla presenza di colui, il giocatore, ossessionato da una crudele realtà virtuale vissuta in eterna solitudine.
La fuga dalla realtà è spesso sottolineata dalla presenza di alcool, cibo o di consolle da gioco.

Una ragazza munita di visore virtuale mangia un dolce in compagnia dell’ospite “immaginario”, lo spettatore.

Con Virtual dinner si crea inevitabilmente una sorta di inversione dei ruoli che compromette le due realtà paradossalmente a confronto.
Secondo un certo punto di vista, una determinata distanza, l’osservatore si trova di fronte all’oggetto del “desiderio” a grandezza naturale, come se in qualche modo riuscisse a prendere il bicchiere o a mangiare una fetta di torta.

Questa volta però il taglio eccessivo sviluppato verticalmente altera il senso di oppressione, mentre il videoplayer retroilluminato, da una parte è inserito come elemento di disturbo, dall’altra come passaggio dallo spazio pittorico a quello virtuale.

Ancora una volta il mistero è riassunto in un semplice tasto che nasconde ogni risposta.
Mentre un dispositivo di ogni genere, al solo tocco, può darti una soluzione obbligata sul motivo di una storia o accaduto, l’opera, costringe a reinventarla, a scegliere un finale o uno spazio affine.

Tutto il resto è immaginazione, lo spettatore è artefice della propria creazione ed il videoplayer non ha alcuna funzione cinetica, è semplicemente inganno.

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Realizzato da Artmajeur